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Erasmus e voto di corrispondenza

Il 4 marzo è il giorno delle elezioni politiche. Gli italiani sono chiamati a votare per il rinnovamento del Parlamento Italiano. La campagna politica dei vari partiti è già partita da diversi mesi e, nonostante tutte le incertezze degli italiani, votare è un diritto. Anche chi vive all’estero per motivi di studio o lavoro potrà votare tramite il voto di corrispondenza. È il caso, esempio gli studenti Erasmus o i docenti coinvolti in un progetto di Job Shadowing.

Come votare da fuori sede

Le alternative per chi ha trovato lavoro all’estero ma non ha ancora ottenuto la residenza, così come per uno studente Erasmus che vuole votare, sono due: tornare nel comune di residenza il 4 marzo, oppure, il voto per corrispondenza. Il voto per corrispondenza è una modalità di voto in cui le schede elettorali vengono distribuite (o inviate) agli elettori aventi diritto, i quali le rispediscono per posta dopo aver votato.

Il voto per corrispondenza è alternativo sia al tradizionale voto in presenza presso il seggio elettorale, sia al voto elettronico. Infatti, gli elettori che non vivono in Italia, da almeno un periodo di tre mesi,  potranno partecipare al voto per corrispondenza organizzato dagli uffici consolari italiani ricevendo la scheda al loro indirizzo all’estero. In questo modo uno studente Erasmus potrà votare senza dover tornare in Italia, direttamente nella città in cui sta svolgendo il suo periodo di studio all’estero.

Per il voto al referendum del 4 marzo, il 31 gennaio è l’ultimo giorno possibile per far pervenire al comune di nascita l’iscrizione nelle liste elettorali. 

In Italia, la modalità di voto per corrispondenza è stata utilizzata, quando nel 2015 al Senato è stata raggiunta la maggioranza per l’Italicum, dando così finalmente la possibilità di far votare all’estero gli studenti Erasmus, o chi è fuori sede anche per motivi di lavoro.

Votare in Erasmus è sicuramente un voto differente da chi vive in Italia. Chi resta nel Bel Paese vive quotidianamente le vicissitudini dei partiti italiani, avendo un quadro più completo delle scelte politiche. Votare da fuori sede è sicuramente diverso, si è distaccati da tutto quello che succede in Italia, se non per le notizie che affollano i giornali o siti d’informazione.

Italicum: sì al voto per gli studenti Erasmus

Il 27 gennaio 2015 è stata una giornata storica per gli studenti Erasmus. E’ stata una piccola aggiunta all’emendamento Italicum, ma un grande passo verso i tanti studenti erasmus o chi lavora fuori sede.  Il Parlamento ha detto sì al voto per gli Erasmus. È passato al Senato l’emendamento Cociancich che consente di votare per corrispondenza ai cittadini che per motivi di lavoro, studio o cure mediche si trovano per un periodo di almeno tre mesi all’estero. L’emendamento è stato approvato con 235 voti favorevoli, 16 contrari.

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